Cartastràccia – Giovanni B. Belzoni
- 14 Settembre, 2020
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CARTASTRACCIA
Il libraio di Altaforte racconta..
Capitolo 31 – Giovanni Battista Belzoni
«The Great Belzoni».
Immaginatevi un gigante di due metri con una forza prodigiosa, capace di sollevare insieme fino a 10 uomini. No, non siamo a uno spettacolo da circo ma a San Pietroburgo, alla corte dello zar Alessandro I che a questo prodigioso uomo dona un prezioso anello con topazio circondato da dodici diamanti per i suoi meriti al mondo dell’archeologia.
Sì, perché Giovanni Battista Belzoni, questo il nome del gigante, figlio di un barbiere e archeologo per passione, è il padre della moderna egittologia.
A lui, che davvero si esibì nei teatri popolari col nome d’arte di Sansone della Patagonia, si deve il recupero di reperti di immenso valore che, ancora oggi, adornano il British Museum. Grazie a lui, l’unico ad avere il coraggio di spingersi oltre l’Alto Egitto fino in Nubia, popolata da tribù bellicosissime, possiamo ammirare oggi il busto colossale di Ramses II, ammirare il tempio di Abu Simbel e visitare la piramide di Chefren di cui trovò, lui solo, l’accesso.
Un Indiana Jones in stile settecentesco, con le pistole agganciate alla cintura, turbante indosso e un gran fegato, quello necessario per avventurarsi tra grotte e caverne piene di teschi e sfidare selvaggi e predoni.
Un avventuriero, se vogliamo, di quelli romantici cui spesso corre la nostra fantasia.
Un Italiano, di quelli da ammirare ma che, come troppo spesso succede, in Patria si finisce per dimenticare come dimenticato è il luogo della sua sepoltura, ai piedi di un albero sotto una lapide di pietra di cui, ormai, si è perso il ricordo.
Lorenzo Cafarchio