Cartastràccia – Ondina Valla
- 07 Dicembre, 2020
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CARTASTRACCIA
Il libraio di Altaforte racconta..
Capitolo 43 – Ondina Valla
Il sole in un sorriso.
Corre, Ondina Valla, sulla pista dell’Olympiastadion.
Corre e non pensa alle avversarie che si lascia indietro in quegli ottanta metri che la separano dal traguardo.
Un volo di 11”7 che la innalza sul gradino più alto del podio lei donna, fascista, italiana tra le italiane di fronte al mare di braccia tese che fa da sfondo alla fiaccola olimpica, ora vergata dal tricolore.
A volte basta poco per cambiare la storia.
Nel caso di Ondina Valla bastarono 11”7 secondi, corsi come in un volo sugli ottanta metri della pista dell’Olympiastadion.
Un istante che la consacra sul gradino più alto del podio di fronte a un mare di braccia tese che fan da sfondo al braciere olimpico.
Lei, nata e cresciuta fascista, sorride mentre le appuntano al petto la medaglia d’oro tra gli applausi della folla.
Non sa ancora che quella sua vittoria ha ribaltato la scena italiana, concretizzando il sogno di Mussolini di una Donna piena espressione della forza italica.
Ondina diventa in questo un simbolo, un esempio. Un faro.
Lo diventa nonostante le resistenze del Vaticano – una donna che fa sport? Scandalo! -, lo diventa nonostante i dubbi di alcuni degli stessi gerarchi fascisti, perplessi di fronte a quella ragazzina poco più che ventenne.
Eppure Ondina se ne frega, come il motto insegna, e a Berlino spicca il volo, contro ogni aspettativa.
Sì, perché parte male, malissimo al colpo di pistola ma la volontà è una ed è vincere. E vince, volando sugli ultimi 60 metri, senza pensare alle avversarie che rimangono indietro, sorprese da quella saetta tricolore che va a lanciare il suo cuore, e con esso l’Italia, oltre l’ostacolo.
Di Lorenzo Cafarchio