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Il Primato Nazionale #36

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Settembre – 2020

3,00

Descrizione

Da simbolo di emancipazione ad emblema del male: sembra essere questa la triste parabola dell’organo sessuale femminile: «Sono passati anni da quando le femministe scendevano in strada congiungendo pollice e indice delle due mani per richiamare anche visivamente l’organo “proibito” divenuto strumento di sovversione del mondo patriarcale e bigotto. Ora la vulva, da soluzione, è divenuta il problema. È il marchio della differenza, il segno del male, il confine impermeabile all’ideologia». Così Adriano Scianca, direttore del Primato Nazionale, ha riassunto la deriva presa dal politicamente corretto, che dopo aver portato sugli scudi il femminismo e le sue varie «ondate», ha però finito per degradare la donna sotto ogni aspetto possibile. Perché «il cittadino globale deve essere come il mondo globale: liscio, senza confini, senza rilievi né abissi. Territori senza storia, corpi senza sesso». E pertanto, in un mondo sempre più bacchettone, il motto dei ribelli non potrà che essere «Viva la fica».

Ma nel nuovo numero del Primato Nazionale non c’è solo questa provocazione libertaria e – a ben vedere – squisitamente rivoluzionaria. Il mensile sovranista ha affrontato in un ampio speciale anche un tema sensibile che si è trovato per mesi al centro del dibattito: il 5G. La nuova tecnologia ha infatti presto diviso l’opinione pubblica in due fronti contrapposti, o meglio in due tifoserie: gli «ottimisti» e i «catastrofisti». E così il Primato ha analizzato la questione sotto ogni punto di vista: tecnico, sanitario, economico e geopolitico. D’altra parte, il futuro è alle porte, e noi dobbiamo farci trovare pronti. Come spiega Carlomanno Adinolfi nel suo articolo, «la rivoluzione del 5G comporterà potenzialità illimitate e pericoli enormi. Ma rifugiarsi in un’Arcadia analogica non ha senso: occorre accettare la sfida».

Per il resto è da segnalare un’inchiesta esplosiva di Francesca Totolo sulla questione migratoria a Lampedusa. Una bomba che, con i suoi primi reportage dall’isola siciliana, è peraltro già deflagrata: i media mainstream hanno accusato il colpo e hanno subito messo in moto la macchina del fango contro la cronista del Primato Nazionale. E ora, in questo numero, sarà possibile leggere tutto quello che abbiamo scoperto visitando l’hotspot di Lampedusa e parlando sia con il sindaco che con i cittadini del luogo. Non mancano poi le rubriche affidate alle penne più taglienti del sovranismo italiano: da Simone Di Stefano a Vittorio Sgarbi, da Alessandro Meluzzi a Diego Fusaro, da Caio Mussolini a Matteo Brandi. Da menzionare anche una bella intervista di Fabrizio Vincenti alla battagliera Elena Donazzan (Fdi), assessore in Veneto e pronta a sfidare la sinistra su un campo da cui sta battendo in ritirata: quello del lavoro. Molto ricca è anche la sezione degli approfondimenti, tra cui spiccano un contributo sulle divisioni della Rsi (A. Lombardi), una ricostruzione dei fatti di Genova del 1960 (A. Piscitelli) e un articolo su un incontro dimenticato tra Giuseppe Mazzini e Friedrich Nietzsche (V. Benedetti)

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