Diario di una vita avventurosa, all’insegna della fedeltà alla rivoluzione identitaria, la testimonianza autobiografica di Sergio Pessot si estende dalla promessa di non arrendersi mai di un ragazzino delle Fiamme bianche, che assiste al massacro dei suoi coetanei per mano di una banda partigiana, fino ai giorni nostri.
Dopo avere combattuto in tre continenti, prima con i franchi tiratori in Europa nel 1945 , poi con i guerriglieri sudamericani che si opponevano all’imperialismo economico americano, dopo aver partecipato a un tentativo di organizzare l’insurrezione in Liberia e animato lo scenario politico italiano degli anni Cinquanta e Sessanta, militando nella corrente politica dei Figli del sole, Sergio Pessot si dedica a lungo all’attività giornalistica, saggistica e storiografica, fino ad approdare allo scenario odierno, caratterizzato dall’apatia nichilista della politica sui social, affrontandolo con lo slancio di chi ha ancora negli occhi battaglie lontane nel tempo ma più attuali che mai e non ha perso l’entusiasmo vivificante del rivoluzionario e il desiderio di trasmettere la voglia di impegnarsi in prima persona ai militanti più giovani.