Il racconto vero, circostanziato, suffragato da riscontri documentali e storici, di un uomo, un avvocato, finito alla sbarra per aver difeso Licio Gelli, “venerabile” maestro della loggia massonica Propaganda 2.
Ricordi, emozioni ed una sempre signorilmente celata sofferenza, sono sbattuti in faccia a servitori dello Stato, giornalisti e politici che hanno emesso il calvinista decreto di condanna. Una storia di vite segnate, quando non spezzate, non già perché protagoniste di atti delittuosi o illegale, ma per essersi trovate nel posto sbagliato al momento sbagliato.
Questo libro non è l’elogio dell’ingenuità, ma un fragoroso richiamo a chi, per ruolo e status, è chiamato a vigilare sul rispetto dei principi giuridici che fanno grande una nazione.