«In Italia la democrazia è quella cosa per cui si vota ogni tot di anni e alla fine va al governo il Pd». Così il direttore del Primato Nazionale Adriano Scianca ha plasticamente riassunto il risultato della crisi di governo più grottesca della storia italiana. Un partito impantanato nella ricerca del consenso – che non ha – riesce con un’abile mossa di Palazzo a tornare in sella, sostenuto dal movimento che più di tutti l’aveva combattuto (il M5S). Di più: il governo giallofucsia non si era ancora insediato che l’atmosfera era già cambiata. Censura di Facebook, revoca del divieto di dimora a Mimmo Lucano, apertura dell’indagine contro Matteo Salvini. Eccolo l’incubo giallofucsia, nato da macchinazioni parlamentari, battezzato da Mattarella e benedetto da Trump (remember Giuseppi?).
Per tutti questi motivi, un’analisi del nuovo esecutivo si è imposta da sé. E il Primato ha quindi tentato di illustrare tutti gli aspetti che caratterizzano l’esperienza di governo giallofucsia: si va da un’indagine sulla «mite repressione» attuata dal Conte Bis (Di Stefano) a un esame dell’ideologia che anima la nuova maggioranza (Benedetti), da una disanima dei veri obiettivi del governo (Salsedo) fino a un approfondimento di Italia Viva, la neonata creatura di Matteo Renzi (Spezzaferro). Per arrivare, infine, a delle proposte per indirizzare la riscossa sovranista (Rapisarda). Il tutto impreziosito da interviste esclusive a due volti rappresentativi del fronte sovranista: Ignazio La Russa (Fdi) e Simone Pillon (Lega). Insomma, è arrivato il momento dell’elaborazione teorica, della riflessione strategica e, in una parola, della controffensiva. Perché la reazione globalista e giallofucsia sarà terribile. E noi dobbiamo farci trovare pronti.