‘- IL PRIMATO NAZIONALE numero 61
Le elezioni appena trascorse, come molte altre che le hanno precedute, si sono svolte all’insegna della paranoia e degli allarmi sul presunto «ritorno del fascismo». La vittoria di Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia, cioè un partito postfascista, è peraltro avvenuta alla vigilia del centenario più temuto di sempre: quello della marcia su Roma. Insomma, per gli ossessionati dall’antifascismo, sembra che i pianeti si siano finalmente allineati: è ora di tornare in montagna e darsi alla resistenza, possibilmente in qualche locale esclusivo del jet set.
Messe da parte le paranoie, le ossessioni e le imbecillità conclamate, che squalificano da sole chi le pronuncia, il centenario della marcia su Roma ha però offerto al Primato Nazionale la possibilità di valutare più da vicino il significato storico-politico del colpo di Stato che portò le camicie nere al potere. Nel ricco focus dedicato all’argomento, Valerio Benedetti ricostruisce il contesto in cui si consumò il golpe mussoliniano, facendola finita con quelle tesi antifasciste – irridenti, autoconsolatorie e fasulle – che parlano della marcia su Roma come di un mero «colpo di teatro». Al tempo stesso vengono proposte le testimonianze di due protagonisti di quegli eventi, Italo Balbo e lo stesso Benito Mussolini: due documenti storici di indubbio interesse. Inoltre, se Claudio Siniscalchi ci parla di quella che, a tutti gli effetti, fu una vera «pantomima», un falso creato a posteriori, e cioè la rivoluzione bolscevicadell’ottobre 1917, Alfonso Piscitelli ci offre una panoramica di quei partiti democratici che, in un momento critico per la nazione, offrirono sostegno al primo governo fascista. Chiude il focus un bel reportage di Stelio Fergola su Villa Carpena, ossia la residenza della famiglia Mussolini che, da alcuni anni, è stata allestita a museo.
Oltre al focus sulla marcia su Roma, il Primato Nazionale è come sempre ricco di inchieste, rubriche e approfondimenti culturali che spaziano dalla politica all’economia, dalla storia alla letteratura, dagli esteri alla filosofia. Tra i contributi da segnalare, c’è sicuramente un’inchiesta di Francesca Totolo su quell’inferno chiamato «transizione di genere», ossia tutto quel sottobosco di cliniche e medici ideologizzati che spingono incautamente molte persone fragili a cambiare sesso, con danni spesso irreversibili per il corpo e la psiche dei pazienti. Tra i tanti contenuti della rivista, ci piace poi segnalare un commosso ricordo di Jack Marchal, scritto da Flavio Nardi, e un approfondimento sull’«accelerazionismo» (F. Boco), una corrente filosofica che, da underground, a poco a poco sta facendo breccia nel mainstream, anche ai massimi livelli della Silicon Valley.
Anche questo mese è possibile acquistare in abbinamento alla rivista il nuovo volumetto della collana «I Grandi Italiani»: ormai siamo arrivati alla quattordicesima puntata, interamente dedicata a Francesco d’Assisi, il santo. Ma non è finita qui: all’interno del numero si trova l’ottava e ultima puntata dell’inserto 19-22: la lunga marcia. Attraverso le voci dei protagonisti dell’epoca, Fabrizio Vincenti ci fa ripercorre gli eventi che, dal 23 marzo 1919 al 28 ottobre 1922, portarono al potere Mussolini e le camicie nere. Le pagine dell’inserto, inaugurato nel numero di marzo, potranno essere estratte dalla rivista per poi essere collezionate a parte.