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  • Il Primato Nazionale #11

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    Se il mese scorso era stata la volta dei radical chic, con Gino Strada a fare da capofila a tale genìa di personaggi, il Primato Nazionale di agosto è dedicato alla loro faccia per così dire "istituzionale", con il presidente francese Emmanuel Macron a fare capolino sulla prima pagina della rivista. Dalla disamina dei problemi politici e demografici, passando per le presunte colpe dell'occidente e arrivando all'analisi del flop delle nazionali al mondiale di Russia a firma di Paolo Bargiggia. Il capitolo esteri ci porta dalle parti di Budapest, con Ferenc Almassy a raccontare lo "spirito indomito" dell’Ungheria e perché il suo leader Viktor Orban - fra battaglie per la sovranità e lotte contro l’immigrazione sregolata - può condurre la nazione ad avere un ruolo di primo piano nei futuri equilibri mondiale.

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  • Il Primato Nazionale #6

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    Nell'ormai corposa "galleria dei mostri", stavolta la copertina è toccata a George Soros, qui definito il "burattinaio". Negli articoli del focus Adriano Scianca e Francesca Totolo ricostruiscono la storia del noto speculatore americano di origine ungherese, facendo luce sugli affari e i finanziamenti della sua potentissima fondazione Open Society. In concomitanza con la ricorrenza del 17 marzo, la rivista dedica inoltre un ampio speciale all'Unità d’Italia.Come al solito non manca la lunga galleria di rubriche: si segnalano quella di Alessandro Meluzzi, che ci spiega perché l’islam è difficilmente compatibile con le nostre società europee, quella di Mario Vattani e quella di Francesco Borgonovo, che ci offre una gustosa recensione del film Sono tornato, pellicola che racconta di un Mussolini redivivo nell'Italia dei nostri giorni. Meritevole di una menzione è anche il contributo di Emanuele Ricucci, giovane penna del Giornale che ci mette in guardia da una nuova forma isterica tutta moderna: quella per l'artisticamente corretto.

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  • Il Primato Nazionale #12

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    Il Primato Nazionale è una testata indipendente, nata nell’ottobre 2013. Si occupa di cronaca, cultura, economia, esteri, politica, con un ampio spazio dedicato agli approfondimenti. Direttore responsabile Adriano Scianca: Giornalista professionista, laureato in Filosofia presso l’università La Sapienza di Roma, collabora con i quotidiani Libero e il Foglio, con il giornale on line Intelligonews ed è autore dei saggi “Riprendersi tutto” (Seb) e “Ezra fa surf” (Zero91).

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  • Il Primato Nazionale #10

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    Il "faccione" del mese, questa volta, è quello smunto e allucinato di Gino Strada, emblema del perfetto radical chic di sinistra. Così il direttore Adriano Scianca descrive nell'editoriale l'identità di questa particolare casta politica e intellettuale. Il focus, infatti, è composto da ben tre articoli di approfondimento: oltre a un contributo sempre di Scianca, figurano anche un articolo a firma di Alessandro Catto (estratto dal suo libro che si intitola proprio Radical chic), il quale parla di un vero e proprio "odio di classe" di una borghesia ricca e arrogante contro i poveri e i lavoratori autoctoni, e un contributo di Paolo Borgognone, che si concentra invece sulla cosiddetta "Generazione Erasmus" (anche questo titolo di una sua opera), ultima evoluzione della genia dei radical chic.

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  • Il Primato Nazionale #9

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    Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha pian piano assunto un ruolo sempre più preponderante, tanto da apparire come un "monarca". Ed è proprio così che viene descritto Mattarella sul numero di giugno del Primato Nazionale, giunto oggi nelle edicole di tutta Italia. La condotta dell’attuale presidente della Repubblica, infatti, in alcuni casi ha "oggettivamente travalicato il limiti del suo ruolo istituzionale". Così si esprime l’avvocato Marco Mori nel focus, rilevando una chiara continuità con il mandato del suo predecessore Giorgio Napolitano. Non manca poi la consueta galleria di rubriche del Primato Nazionale, con firme prestigiose come quelle di Francesco Borgonovo, Mario Vattani, Alessandro Meluzzi e Paolo Bargiggia. Da segnalare è la new entry Diego Fusaro, che esordisce con la sua rubrica La ragion populista.

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  • Il Primato Nazionale #8

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    Il volto della copertina è quello dello "spione" Mark Zuckerberg, l'onnipotente padrone dell'impero Facebook, messo apparentemente in crisi dallo scandalo Cambridge Analytica. Nel focus Valerio Benedetti analizza la fonte del potere che "Zuck" è riuscito a costruirsi in appena un decennio, tanto da poter aspirare alla Casa Bianca. Nel 120° anniversario della sua nascita, è alla controversa figura di Julius Evola che è dedicato lo speciale di questo mese. Se Giovanni Damiano si concentra sulla straordinaria complessità del pensiero del filosofo della tradizione, rifuggendo da analisi corrive e superficiali, Sandro Consolato analizza invece, nel suo contributo Rivolta contro la donna moderna, un tema di grande interesse, ossia il rapporto di Evola con il femminile.

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  • Il Primato Nazionale #7

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    Questo mese tocca a Luigi Di Maio, cioè "il moderato". Nel focus il direttore Adriano Scianca ricostruisce la "storia di un uomo qualunque" e spiega perché il leader dei Cinque Stelle è stato qui definito come il "Fini dei grillini". All'interno una corposa intervista sul Fascismo a Maurizio Murelli, che veste per così dire i panni di Renzo De Felice (a cui è peraltro dedicato un articolo di Alfonso Piscitelli). Di notevole interesse è anche il contributo di Francesco Boco, che rimette pesantemente in discussione l’immagine idealizzata degli Usa come esempio di integrazione etnica.

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  • Il Primato Nazionale #5

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    A questo giro è il turno di Roberto Saviano. Ovvero l'antitaliano. "La copertina di questo numero è dedicata a un intellettuale che dell’anti-italianità ha fatto una bandiera: Roberto Saviano", scrive Adriano Scianca nell'editoriale. Lo "speciale" dell’edizione è invece tutto dedicato a CasaPound, il movimento della tartaruga frecciata che ha lanciato la sua sfida per entrare in Parlamento alle prossime elezioni. All'interno dello speciale è da segnalare una intervista a tutto campo al segretario nazionale di CPI Simone Di Stefano. Per lo sport, Paolo Bargiggia ci porta nei più recenti sviluppi del mondo ultras, "per capire dove vanno oggi i 'guerrieri delle gradinate'". Alessandro Meluzzi ci conduce invece nelle stanze vaticane, dove con l’insofferenza nei confronti del pontificato di Francesco si torna a parlare di scisma.

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  • Il Primato Nazionale #4

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    L’uomo copertina, se così si può chiamare, del numero di gennaio del Primato Nazionale è Carlo De Benedetti, "l'invisibile" della politica italiana: un imprenditore che da anni condiziona la politica, l’economia e l’informazione italiana, senza tuttavia apparire mai sui grandi media. I due pezzi forti della rivista sono però lo "scoop", se così vogliamo chiamarlo, delle due lettere inedite di Alessandro Pavolini, gentilmente concesse dalla figlia del segretario del Pfr, Mia, che ci raccontano un lato poco conosciuto del gerarca, nonché l'intervista ad Alain de Benoist, in cui il fondatore della Nouvelle Droite racconta, fra le altre cose, anche il suo amore per l'Italia.

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  • Il Primato Nazionale #3

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    Ora è il turno di un altro totem del pensiero unico: Laura Boldrini, l'"aliena". Una duplice provocazione, che colpisce tanto la distanza dell'ex presidente della Camera dal popolo italiano, quanto il suo impegno per la propaganda immigrazionista, come spiega il direttore Adriano Scianca nel suo editoriale: "L'ultimo politico che era entrato così prepotentemente nell'immaginario collettivo, suscitando tanta avversità e dando vita anche a un suo specifico '-ismo', era stato Silvio Berlusconi. Il quale, tuttavia, aveva spaccato l'Italia in due, generando anche un opposto fenomeno di simpatia. La Boldrini no. A parte pochissime minoranze ideologizzate, nessuno sopporta la presidente della Camera. Il motivo è presto detto: Laura Boldrini dà l'impressione di essere una persona che non ha mai preso un autobus, non ha mai fatto la spesa, non è mai passata per una periferia".

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  • Il Primato Nazionale #2

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    Papa Francesco il sovversivo: è questa la provocazione in prima copertina nel secondo numero del mensile del Primato Nazionale. Perché indicare Bergoglio come il nuovo punto di riferimento culturale della sinistra? La risposta è nell'editoriale del direttore Adriano Scianca: "Perché, almeno in Europa, il capo della cristianità riveste anche un ruolo socio-culturale, oltre a uno specificamente religioso. Nel caso di Francesco, saremmo tentati di dire che egli svolge soprattutto un ruolo socio-culturale. Affacciandosi su piazza San Pietro e pronunciando le sue omelie, quindi, il pontefice non si rivolge solo al gregge dei fedeli ma, in qualche modo, influenza la società tutta: impone discorsi, pratiche, narrazioni. Influisce sul sentire comune, influenza il dibattito, impone delle parole d’ordine".

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